Traslocare: quello che non ci hanno detto

“Quando ho 18 anni me ne vado di casa”.

Chi è che non lo ha mai detto, magari urlato, specie durante le liti adolescenziali con i genitori?
Sul dizionario Treccani alla voce ‘traslocare’ troviamo riportato:

traslocare v. tr. e intr. [der. del lat. locus «luogo», col pref. tras-] (io traslòcotu traslòchi, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. non com. Trasferire in una sede diversa, soprattutto con riferimento a impiegati o dipendenti: lo hanno traslocato in una filiale della provinciaè stato traslocato in un altro ufficio dal Governo (De Marchi). Più genericam., trasportare e collocare altrove: t. i libri nella nuova libreriahanno deciso di t. i loro vecchi mobili nella casa di campagna.2. Come intr. o, meno spesso, nel rifl. traslocarsi, trasferirsi, e più comunem. andare ad abitare in un’altra casa, o cambiare zona per esercitare la propria attività, sempre restando nella stessa città: ha avuto ingiunzione di sfratto, e deve traslocarsi, o traslocareabbiamo traslocato in periferia con gli uffici e i magazziniil laboratorio rimarrà per qualche giorno chiuso perché dobbiamo traslocare.

Tutto vero, tutto giusto. Ma nessuno ci dice il resto. The dark side of traslocare. Lo sapevate che traslocare è sul podio dei life event che causano appunto stress post traumatico? Medaglia di bronzo dopo il lutto e il divorzio. È tutto vero, signore e signori.
Noi (quasi) trentenni, sì proprio noi, quelli additati come mammoni, sogniamo in realtà dall’adolescenza di abbandonare il nido e andare all’avanscoperta, beatamente ignoranti di quanto sia emotivamente stressante prendere la propria vita, metterla in delle scatole e portarla altrove. Io per esempio mi sono sempre considerata una persona con poche cose: pochi vestiti, poche scarpe, pochi gingilli inutili sparsi per la camera. L’unica cosa che abbondava, nella mia camera, erano i libri e infatti si è resa necessaria una dolorosa selezione per stabilire “quelli che lascio” e “quelli che porto”.

Quando metti piede in una casa – vecchia o nuova, grande o piccola poco importa – che non è la tua, inizia una sorta di lento assestamento fatto di cambiamenti, liste di cose da acquistare, ore spese ad immaginare come disporre i mobili. Scopri di dover comprare cose di cui nemmeno immaginavi avresti avuto bisogno (tipo un asse da stiro), di dover creare nuove abitudini e che ci vuole tempo, tanto tempo, prima di sentirsi veramente a casa. Io ci ho messo otto mesi, nonostante abbia acquistato 1/3 delle cose che mi occorrono e nonostante le mie lenzuola continuino ad essere stropicciate. Devi imparare a fare i conti con nuove terrificanti turbe mentali di cui non eri a conoscenza – io ho scoperto che la visione di un solo pelo o capello sul pavimento del bagno mi provoca l’impellente bisogno di passare immediatamente l’aspirapolvere – e di cui un po’ ti vergogni.

Si sopravvive, sì. Ma questo non significa che sia più traumatico di quanto non ci abbiano detto.
Personalmente sono terrorizzata anche solo dall’idea di dover affrontare quanto prima un nuovo trasloco. Insomma, sono uscita quasi indenne dal primo, chi mi dice che per il secondo – o il terzo – potrebbe essere lo stesso? Che non si renderà necessaria una ricetta del medico per lo Xanax?

Dovrebbero darci un manuale per sopravvivere ai traslochi. Con consigli veri, non quelle robe che si trovano online del tipo “organizza bene i tuoi scatoloni scrivendo tutto ciò che contengono, così sarà più facile svuotarli e ritrovare tutto”. Ma che grande consiglio, non ci saremmo mai potuti arrivare da soli!
Piuttosto diteci “non mettete piede nella nuova casa finché non siete certi di avere il WiFi funzionante e una macchina del caffè”. O anche “non rimandate e comprate tutto quello di cui avete bisogno subito o altrimenti continuerete a tergiversare” (questa vale soprattutto se siete della Bilancia come me) e soprattutto “circondatevi di persone che vi riempiano il frigo e non solo il cuore”.

Sicuramente ognuno di noi continuerà a scoprire nuove verità malcelate o taciute, ecco perché sogno un vademecum in continuo aggiornamento da condividere col mondo, così da farci forza a vicenda. Soprattutto in quei momenti in cui inevitabilmente ci accarezza l’idea di lasciare tutte le cose dentro gli scatoloni e fuggire lontano, magari in Messico, e ricominciare una nuova vita.

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