Mangiare dei buoni muffin in giro, se siete abituati a farli in casa, sembra un’impresa. Da quando ho imparato a prepararli e da quando ho scoperto la consistenza giusta, quella che ogni buon muffin deve avere per essere considerato tale, sono diventata piuttosto intransigente e il risultato è che spesso ci rinuncio.
Evito ad esempio di comperare i muffin nei bar, perché o sono industriali – e allora tanto vale mangiare quelli confezionati del super mercato – o sono rinseccoliti, in esposizione da chissà quanto tempo.
Ecco perché quando ho scoperto dell’esistenza di un posto qui a Roma che fa solo e soltanto muffin, dolci e salati, non potevo non fiondarmi in avanscoperta.
La Muffineria è in via Ostiense ed è aperta tutti i giorni dalla mattina fino a mezzanotte e la domenica dal pomeriggio.
Ovviamente mi sono lanciata senza esitazione sul menù dei muffin dolci: la scelta è ampia e ardua. Potete portare via il vostro muffin, gustarlo semplicemente da solo, ma vi consiglio di farlo da seduti: il bancone composto interamente da pile di libri, l’arredamento curato e deliziosamente kitch, i dettagli particolarissimi regalano un’atmosfera deliziosa, perfetta per un appuntamento un po’ romantico secondo me.
Da seduti infatti potete scegliere di farvi servire il muffin al piatto, accompagnato da una colata di cioccolata e panna indimenticabile che ovviamente mi sono prodigata di provare per il bene della scienza in prima persona.
Io ho una passione per il pistacchio, dunque non ho potuto fare a meno di provare il muffin al pistacchio con una vergognosa colata di cioccolato fuso nel quale pucciarlo.
Ogni mese inoltre c’è un gusto nuovo da provare, una sorta di limited edition che cambia ogni trenta giorni.
La cosa che più mi ha entusiasmata – sono una ragazza semplice – è stato vedere il viavai di persone che entravano per comprare dei muffin, dolci o salati, magari per la colazione del giorno dopo, magari da sbocconcellare sul divano a casa davanti ad un bel film.
Il concept, come si può facilmente intuire dall’ambiente, è quello di coniugare la tradizione del buon cibo, quello semplice preparato come lo faremmo a casa, con i molteplici aspetti dell’arte: non a caso si organizzano eventi, letture, serate a tema.
“Cibo e cultura possono apparire come mondi lontani ma noi crediamo fermamente che debbano contaminarsi a vicenda ed avvicinarsi sempre di più”.
Ma che dannata meraviglia è questo posto?!