Ho sempre sempre sempre pensato che azzeccare il tempismo nella vita fosse tutto. Che il tempismo fosse tutto.
Mi dicevo “Chi è che non ha mai passato mesi – persino anni a volte – a chiedersi come sarebbero andate le cose se si fossero verificate in un altro momento della vita?”
Ed effettivamente è vero, viviamo impiegando una buona parte del tempo sognando, costruendo e inventando nella testa vite che di fatto non ci appartengono ma che avrebbero potuto essere le nostre. Le perfezioniamo curando i particolari, aggiungendo di volta in volta qualche dettaglio fondamentale, proprio come se stessimo arredando una casa che prima era spoglia.
Immaginiamo vite parallele che non avremo mai e di questo incolpiamo sempre quel maledetto, fottuto tempismo di merda.
Perché “se solo fosse successo in un altro momento” allora le cose avrebbero potuto prendere una piega diversa.
Il tempismo è tutto, ma il tempismo è anche stronzo. Timing is a bitch.
Maledetto, fottuto tempismo.
Ma siamo sicuri che il responsabile di tanti passi indietro, di tanti dietrofront, di tanti sbagli, di tante occasioni lasciate in sospeso sia unicamente il tempismo?
Non sarà che a volte ci si nasconde dietro la scusa del momento sbagliato, un po’ per paura di fare una scelta, un po’ per semplice pigrizia?
Tutti quanti non facciamo che imbatterci in periodi difficili. Però a volte arriva anche il momento di scrollare le spalle e dire un sonoro “no” ma anche “sti cazzi” va benissimo.
Il tempo è una variabile della vita e in quanto tale può essere cambiata e credo che nessuno più di una persona mossa da una ferrea forza di volontà possa riuscire nell’impresa. Il tempismo sarà pure stronzo ma gli si può sempre dare un calcio nel culo, perché le persone sono più forti di un momento sbagliato, ma loro non lo sanno. E dimostrano di non saperlo quando si nascondono dietro al tempismo, quando lo trasformano in uno scudo e si proteggono, per poi passare il resto della vita a crogiolarsi nella scrupolosa ideazione di una sceneggiatura nella loro testa, immaginando di volta in volta come sarebbero andate le cose se solo il momento fosse stato diverso.
Il momento, il momento.
Non c’è niente da immaginare perché il momento è unico e irreversibile, perché se le cose sarebbero potute andare in modo diverso allora sarebbero andate in modo diverso e buonanotte al secchio.
Eppure spesso gli eventi seguono l’unico corso disponibile, l’unico corso che trovano tracciato. Quello che troppo spesso sfugge è che siamo proprio noi a tracciare quel percorso con la somma delle nostre scelte. Si chiama “assumersi le proprie responsabilità” e credo faccia parte del delicato ed inevitabile processo che è il fare i conti con la realtà, un qualcosa con cui la maggior parte delle persone – io per prima ovviamente! – non tiene affatto a confrontarsi.
Perciò continuiamo a nasconderci dietro periodi strani, momenti sbagliati, un tempismo di merda, perché andare contro corrente è faticoso, perché scegliere è difficile, perché tanto lo sanno tutti che il tempismo è un vero stronzo. Personalmente spero di riuscire ad acquisire quel minimo di consapevolezza e di coraggio necessari per capire che tante volte è meglio sbattere il naso contro l’effettiva impossibilità di qualcosa anziché restare tutta la vita a rimuginarci su, chiedendomi come sarebbero andate le cose se soltanto fossero capitate al momento giusto .
(ma chi è poi che decide se un momento è giusto oppure no?)
Sai quale è la verità? Il destino è una attitudine. Così come la fortuna.
La sorte può spingere, ma la nostra disposizione traccia la strada.
Cielo. Sto ascoltando R. Kelly. La vita è meravigliosa.
R. Kelly – when a woman’s fed up
Sono d’accordo. Fondamentalmente più di metà del lavoro lo facciamo noi. Il problema è che spesso e volentieri non ce ne rendiamo conto e pensiamo che le redini della vita le conduca il caso, senza sapere che in realtà le abbiamo in mano noi. Le abbiamo sempre avute in mano noi.
La consapevolezza farà il resto.