Uomini-peperone (no, non è una ricetta per cannibali!)

A me piacciono tantissimo i peperoni sott’olio, con tanto prezzemolo e, già che ci siamo, pure uno spicchio di aglio. Il problema è che non li mangio da tipo cinque anni perché ogni volta che ne assaggiavo anche solo un filino o inzuppavo il pane nel loro meraviglioso guazzetto (sì, sono proprio una chic) li digerivo quattro giorni dopo e con notevoli disagi. Dunque sono arrivata ad un momento cruciale della mia vita, mi sono fatta coraggio e mi sono imposta di prendere una decisione. E l’ho fatto. Ho scelto di non soffrire più e ho smesso di mangiare i peperoni, per la somma gioia del mio apparato digerente.
Stavo pensando che esistono un sacco di persone, di uomini per essere più precisa, che sono come i peperoni. Uomini-peperone. Uomini che sembrano così deliziosi, che ti fanno venire l’acquolina in bocca solo a guardarli e poi, come dicono qui a Roma, te se ripropongono. Ti tornano su. Non li digerisci proprio.
Gli uomini-peperone solitamente sono molto bravi a chiacchierare, il loro habitat naturale è quello delle cazzate. Volevo trovare una parola più soft come “bugie” o “menzogne”, ma non è la stessa cosa. Le raccontano, le fanno, le scrivono, le millantano: insomma, la cazzata sta all’uomo-peperone come il silicone ad Alba Parietti.
Però la peculiarità, la singolarità che rende questi esseri paragonabili al noto ortaggio, è proprio il non poter fare a meno di ritornare. Dove? Solitamente davanti alla tua porta o più in generale al tuo cospetto. Con una scusa banale, un pretesto, un “Ehi, da quanto tempo!” buttato là con la nonchalance di Pippo Baudo.
Ma voi credete che noi siamo davvero così cretine?
(Balla di fieno)
Quindi niente, mi chiedevo perché noi donne non decidiamo in massa, in modo definitivo e solidale, di dire NO agli uomini-peperone. Tanto il mare è pieno di pesci, anzi l’orto è pieno di verdure!

(Nota: non sono scema, è che ogni tanto mi piace elaborare teorie pseudosociali random e sento l’impellente bisogno di metterle per iscritto. Poi, il più delle volte, rileggendole, mi rendo conto che fanno solo ridere.)

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